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“Gran Varietà” di Cannavacciuolo al “Brancati” di Catania

Lun, Gen 7, 2013

Eventi, Spettacolo

Due esilaranti atti che giocano su canzoni d’epoca equivoche

Vi siete mai chiesti se nelle canzoni d’epoca si siano toccati temi diversi oltre al tema classico dell’amore, una tematica piccante come quella dell’eros? Raccontare il sesso con leggerezza in anni in cui rappresentava un vero e proprio tabù? Ebbene, Gennaro Cannavacciuolo costruisce ad arte il suo spettacolo Gran Varietà in scena al teatro Brancati, di cui firma anche la regia, proprio sulla necessità di raccontare il sesso in anni in cui credevamo fosse tenuto debitamente nascosto alle orecchie dei più. E invece, come non a caso recita il sottotitolo della pièce Il peccato erotico-umoristico nella canzone d’epoca, i due esilaranti atti della Commedia giocano sulle canzoni piuttosto equivoche facendoci scoprire una nuova dimensione musicale che fino ad allora ignoravamo. D’altra parte siete avvisati: «Quasi tutte le canzoni di questo recital sono a carattere pornografico, chi si sente in qualche modo offeso dal contenuto può lasciare immediatamente la platea. Inutile ribadire che nessuno se ne va mai», questo è il clima divertente con il quale inizia lo spettacolo. Avvalendosi della magistrale bravura del Trio Bugatti: Marco Bucci al pianoforte, Andrea Tardioli al clarinetto e sax contralto e Claudia Della Gatta al violoncello, rigorosamente dal vivo, Cannavacciuolo si presta ad un intrigante recital interattivo nel quale con garbo e malizia ci racconta delle canzoni ambigue che hanno segnato un’epoca: dal 1880 fino al 1940. In splendida forma fisica e vocale, tra lustrini e paillettes, esegue alcuni dei brani più noti dell’avanspettacolo e dei café chantant. Un excursus musical che inizia con In riva al po’ di Riff e prosegue con Armando Gill, il primo cantautore italiano, che con il nostro protagonista ha in comune non solo la passione per la musica ma anche il sangue partenopeo. Ripercorre le più note canzoni di quest’artista da E allora? a Come pioveva passando per  La donna al volente. L’attore ama raccontare con grande estro di come queste canzoni venissero eseguite in serate definite Nere, diventando con il tempo  Nerissime  a causa del contenuto sempre più scandaloso ed esplicito, basti pensare ad alcuni titoli: La cassa armonica della VeronicaDammela SusiGodi anche tu. Dalla collaborazione tra Marff e Mascheroni nasce nel 1933 una canzone a ritmo di fox-trot che recita così: E’ una cosa rara, mia cara, è un fiore stran/ tu lo cogli oggi ma… Rispunta all’indoman/ Ti darò quel fior dallo strano odor/ che fiorisce nasce cresce sboccia nel tepor! L’attore veste anche i panni dell’inventore della macchietta il napoletano Nicola Maldacea. Ma cos’è una macchietta? Possiamo definirlo con le parole dello stesso Maldacea: «Come un disegnatore, mi ripromettevo di dare al pubblico un’impressione immediata schizzando il tipo, segnandolo rapidamente, rendendone i tratti salienti. Da ciò l’origine della parola macchietta, che è propria dell’arte figurativa: schizzo frettoloso, che rende con poche pennellate un luogo o una persona in modo da darne un’impressione efficace con la massima spontaneità caricaturale». E’ risultata vincente l’idea di coinvolgere attivamente il pubblico, che sin dall’inizio ha partecipato con grande entusiasmo e addirittura per Serenata a Marimba di Fiorenzo Fiorentini ha applaudito energicamente a ritmo di musica. Gli omaggi alla canzonetta sceneggiata non finiscono qui, ma continuano con E non sta beneLusingame del grande Nino Taranto, Ciucculatina mia e Fatte da ‘a foto di Pisano-Cioffi.

Due ore di spettacolo all’insegna della buona musica e della simpatia travolgente di questo grande attore e cantante che lascia infine il pubblico, che lo ha letteralmente osannato, con il bis di Come so nervoso; un modo ironico e garbato per affrontare un tema che rischia di risultare eccessivo se non saputo affrontare con la giusta misura. 

 

Laura Cavallaro

 

Laura Cavallaro

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