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“Mostra Antologica” di Marta Czok al Castello di Calatabiano

Lun, Lug 21, 2014

Arte, Cultura

Per la prima volta in Sicilia, l’artista polacca espone opere di straordinaria bellezza

Presente un folto pubblico attento e competente, complice la suggestiva cornice del Castello di Calatabiano, è stata inaugurata la “Mostra Antologica” di Marta Czok, a cura di Laura Cavallaro, proposta dal MacS (Museo Arte Contemporanea Sicilia) di Catania, diretto da Giuseppina Napoli.

Dopo l’introduzione a cura della giornalista Grazia Calanna, Addetto Stampa del MacS, che ha riportato le riflessioni dellaNapoli sottolineando che la Czok «è una viaggiatrice, nei luoghi e nei tempi. La sua pittura è un’indagine culturale, quasi antropologica, dell’umanità. Con acuta ironia e delicata poesia, Marta Czok raffigura nelle sue opere lo scorrere della vita. Sulla tela prende forma la messinscena dell’umanità e l’artista, da regista consapevole ed illuminata, lascia intuire cosa si nasconde dietro le luci del palcoscenico. Un talento raro, un’artista commovente, una donna speciale», e i ringraziamenti per l’ospitalità all’Amministratore del Castello di Calatabiano, Sebastiano Di Prima, al Direttore del Castello di Calatabiano, Giuseppe Buda, e al Presidente del Consiglio Comunale di Calatabiano, Salvo Trovato, ha preso la parola curatrice dell’Antologica, Laura Cavallaro. «La mostra antologica – ha detto La Cavallaro –, accoglie sedici tele, tra i lavori più significativi e importanti dell’artista, che ripercorrono poco più di un ventennio della produzione artistica di Marta Czok, dal 1991 al 2012, e che offrono allo spettatore mutevoli sfaccettature dell’esistenza in una molteplicità di tecniche e di tematiche. Dai quadri che si aprono come finestre sugli interni di case, in cui spensierati personaggi sono impegnati in diverse attività, come in The Cake Makers, al brulicare scomposto di uomini come ne I Cancelli della Sapienza, caratterizzati da un rosso mattone tipico della tradizione inglese che rimanda al passato dell’artista. Le frequenti citazioni dell’arte fiamminga, nel dipinto The Art Critic, e i rimandi all’arte medievale in Dust on the Well of History. Ma ancora soggetti dalle tematiche più dolorose come i bambini nella guerra e nella Shoah, a cui è stata intitolata una mostra nel 2011, di cui è rappresentante il quadroRobot. Opere circa i temi della società moderna come Gocce di cittadino o Un Napoleone qualsiasi, per poi passare ad altri aspetti di un’attualità più intima nel quadro Senza Titolo, con cui Marta ha vinto nel 2009 il premio della stampa al Giffoni Film Festival, rappresentativo del filone dell’omosessualità indagato in pittura dall’artista. Un repertorio in cui il tratto preciso dell’acrilico e dell’olio si sposa con il segno più nebuloso del carboncino e della grafite, in cui personaggi dai volti ilari, dalle espressioni stranite e dai corpi torniti e pieni, convivono con più magre e seriose figure ed in cui lo spazio si fa, per vuoti e pieni, ma in esso ogni cosa vi trova il suo posto». Ricordiamo che Marta Czok, di origini polacche, è nata a Beirut (Libano) nel 1947. L’anno successivo si è trasferita con la famiglia a Londra dove ha terminato gli studi accademici alla St Martin’s School of Art, partecipando ripetutamente alla Royal Academy Summer Exhibition. Negli ultimi 25 anni ha esibito le sue opere in Europa ed America collaborando anche al progetto “Alitalia per l’Arte”. Nel 2000 Alitalia le ha commissionato un trittico che è stato poi donato a Giovanni Paolo II per il suo ottantesimo compleanno. Nello stesso anno è stata invitata dall’Ambasciata Francese presso la Santa Sede a realizzare un’opera sul tema del Giubileo che è stata esposta nell’ambito della mostra Roma Jubilans. Nel 2008 la televisione nazionale polacca le ha dedicato un documentario nel quale si evidenziava il rapporto tra il suo lavoro e la seconda guerra mondiale. Tra le sue mostre più recenti meritano una particolare segnalazione la mostra antologica che si è tenuta nel 2005 presso i Musei di San Salvatore in Lauro a Roma, la personale presso l’Abbazia di Pomposa (FE) del 2006 e la mostra tenutasi a Palazzo Ferrajoli (Roma) a gennaio 2009, al Museo Civico di Albano, a gennaio 2010, e a Palazzo Antico Ghetto (Padova), a gennaio 2011, dedicata ai bambini nella guerra e nell’Olocausto. Altra mostra degna di nota, About Us, che ha portato una selezione di opere dell’artista sul tema dell’umanità a Palazzo dei Papi (Viterbo), a marzo 2011, Palazzo Zuckermann (Padova) a ottobre 2011, e Palazzo Zenobio (Venezia) ad aprile 2012. Per finire segnaliamo Dietro le quinte, che si è tenuta a settembre 2012 presso le Scuderie Aldobrandini a Frascati.

«L’arte – ha ribadito l’artista Marta Czok per la prima volta in Sicilia con le sue magnifiche opere –, dovrebbe aprire gli occhi e la mente. Certo, molto di ciò che oggi è chiamato “arte” – e mi riferisco sia alla pittura che alla scultura – è puramente decorativo ma anche quello ha la sua funzione in quanto è piacevole e rilassante tornare a casa e trovare un ambiente bello ed elegante. La responsabilità dell’artista è dare al suo pubblico qualcosa che valga la pena possedere. Ha la responsabilità di ricordare che la gente è intelligente e perspicace e che l’arte non diventa arte solo perché lo dice l’artista. Non basta appendere qualcosa in una galleria e illuminarla per bene per trasformarla in arte. Sarebbe come prendere in giro quelli che vengono a vedere questi lavori. La vera arte fa crescere l’anima del pubblico. Una scopa illuminata, per quanto costosa e per quanto lodata da critici e curatori di musei non riuscirà mai a farlo».

Mary Virgilio

 

Mary Virgilio

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