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“La Notte della Follia” di “Thamaia”

Sab, Ott 22, 2016

Cultura&Società, Eventi

Il NO alla violenza sulle donne attraverso l’Arte

L’arte «deve sopprimere la violenza» e «fare in modo che i sentimenti di fraternità e amore per il prossimo, oggi accessibili solamente agli uomini migliori della società, diventino sentimenti abituali, istintivi in tutti», esortava Lev Tolstoj nel suo Cos’è l’arte?

Sono trascorsi centoventi anni da allora ma attuale resta il mònito, colto dagli organizzatori de La Notte della Follia – evento nel più ampio evento Il Museo della Follia, coordinato da Vittorio Sgarbi e ospitato a Catania sino al 23  ottobre – che hanno voluto fortemente, all’interno della manifestazione, la partecipazione dell’associazione “Thamaia” per veicolare, per mezzo dell’arte, il NO alla violenza sulle donne.

«Attraverso l’alternarsi di letture tratte da Ferite a Morte di Serena Dandini – interpretate dall’attrice Francesca Fichera, alcune operatrici “Thamaia” e un rappresentante di “Teseo Onlus” – e le danze eseguite dal corpo di ballo dell’associazione “Arte Danza” di Paternò, abbiamo potuto raggiungere una fascia di pubblico che difficilmente avrebbe preso parte ad un incontro tematico», racconta l’avv. Loredana Piazza, instancabile presidente del Centro antiviolenza. «La sensibilizzazione è essenziale», prosegue, «ed è necessario diffondere ad ampio raggio, e con ogni mezzo a disposizione, il rifiuto avverso ogni forma di violenza sulle donne.

«La violenza di genere è trasversale, non fa distinzioni di ceto sociale, istruzione o età, e talvolta, è più difficile stanarla nei ceti più abbiènti e scolarizzati; paradossalmente, infatti, è più problematico e umiliante per una professionista o una donna di alto ceto denunciare le violenze subite da familiari conviventi, si teme di mettere a repentaglio la propria reputazione sociale e si preferisce tacere e continuare a subire mantenendo una parvenza di serenità e impeccabilità familiare. Tanto più, poi, quando le violenze non sono fisiche ma morali, e tuttavia non di meno violente e traumatiche».

«La Notte della Follia c’è sembrata l’occasione più adatta per sfatare un luogo comune, quello che vuole la violenza legata, per l’appunto, alla follia: NON LO E’», aggiunge la dott.ssa Carmen Bosco, psicologa «La violenza di genere è legata alla concezione culturale patriarcale di un amore non paritario, a quell’amore malato in cui il soggetto maschile comanda e l’altro subisce le scelte dell’uomo. E’ un rapporto dove non v’è conflitto, non v’è confronto e scontro di posizioni, v’è solo subordinazione. E sovente è un meccanismo talmente tanto connaturato al contesto sociale di appartenenza da non accorgersi nemmeno di essere in presenza di violenza, si vedano, ad esempio, tutti quei casi in cui la donna viene privata della libertà economica, di prendere decisioni per sé o i figli senza previo consenso del marito o comunque è costretta materialmente o moralmente ad accettare un ménage lesivo della propria dignità».

A “Thamaia” và il merito di operare sul territorio con grande impegno e dedizione, duolendosi per le storie delle donne che vi si rivolgono e cercando di sostenerle in ogni fase, ma lasciando loro la massima libertà nello scegliere le sorti del proprio futuro e di quello dei propri figli, che, se spesso rappresentano un deterrente, non di rado, costituiscono proprio la molla per porre il fine ad una relazione malata.

Và, inoltre, un ulteriore plauso per aver supportato la nascita di “Teseo Onlus”, un centro di recupero per gli uomini maltrattanti, e per aver coinvolto tale associazione nella performance eseguita a La Notte della Follia.

All’arte, infine, e alla sua funzione sociale ed educativa, và il nostro grazie, per fungere da fiaccola, luce viva che illumina le zone d’ombra e consente di raggiungere gli angoli più remoti dell’animo umano.

Con l’augurio che il futuro volga, quanto ai rapporti fra gli uomini, a quel passato primordiale, ove non esisteva la supremazia di un sesso sull’altro né il concetto di possesso sulle persone, quando uomini e donne vivevano nel rispetto della loro differenza, senza considerarla diseguaglianza.

Claudia Barcellona

Claudia Barcellona

Laureata in giurisprudenza, dopo la collaborazione con il Dipartimento Analisi Processi Politici Sociologici Internazionali presso l’Università di Catania, si dedica alla professione di avvocato civilista, specializzandosi, da ultimo, in Diritto delle Arti, dello Spettacolo e dei Beni Culturali.                                                                
E’ cofondatrice e mediatrice di rete presso Reti e Sinergie, un network di imprenditori e professionisti etici siciliani, e referente per il Sud Italia della Oliver Group s.r.l., società di investimenti in Romania.                                                                
E’ membro della Società Italiana Esperti in Diritto delle Arti e dello Spettacolo; cofondatrice e vicepresidente dell’associazione culturale “Donne di Fuora”. Dal novembre 2016, è Responsabile Nazionale Affari Generali Siedas (Società Italiana Esperti di Diritto delle Arti e dello Spettacolo).
Organizza eventi culturali per enti pubblici e privati; cultrice delle tradizioni e lingua siciliana, si impegna, ove possibile, nel valorizzare il proprio territorio e la sua storia, preferibilmente attraverso lo strumento artistico.
Collabora con diverse testate giornalistiche e case editrici.
Drammaturga e autrice di diversi racconti, poesie, saggi, canzoni, in italiano e siciliano.
E’ vincitrice del Premio Letterario Nazionale Mario Dell’Arco 2016

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