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“Anthropocene” di Alessio Deli al MacS di Catania

Ven, Giu 4, 2021

Cultura, Eventi

“VERNISSAGE”, 12 GIUGNO 2021

La mostra sarà visitabile fino al prossimo 16 luglio 2021. Per l’occasione, introdotti dalla direttrice del Museo, dott.ssa Giuseppina Napoli, interverranno i curatori Adriano Pricoco (Accademia di Belle Arti di Catania) e Daniele Raneri (Storico dell’arte).

di Redazione

Donna della preghiera

Dopo l’anteprima virtuale dello scorso dicembre 2020, il MacS (Museo di Arte Contemporanea Sicilia), diretto da Giuseppina Napoli, presenta, a Catania, la mostra personale “Anthropocene” di Alessio Deli. Il vernissage si terrà il 12 giugno 2021, alle ore 20.00.

L’ingresso sarà contingentato secondo le vigenti normative.

La mostra sarà visitabile fino al prossimo 16 luglio 2021. Per l’occasione, introdotti da Giuseppina Napoli, interverranno i curatori Adriano Pricoco (Accademia di Belle Arti di Catania) e Daniele Raneri (Storico dell’arte).

Antropocene

In esposizione una selezione di sei sculture (Anthropocene, Summer awakening, Figura Femminile, Donna della Preghiera, Donna del Cuoio Blu e Clipeata), realizzate tra il 2010 e il 2019, che rappresentano una sintesi del lavoro svolto dall’artista negli ultimi dieci anni. La ricerca artistica di Alessio Deli, infatti, indaga la dimensione temporale dell’arte attraverso le potenzialità espressive che scaturiscono dal reimpiego di oggetti trovati e manufatti scartati. Il recupero di materiali poveri per la creazione di opere nuove gli permette di raggiungere due obiettivi: da una parte l’artista compila una sorta di campionatura del reale tramite ciò che è stato rifiutato dal sistema del consumo, mentre contemporaneamente sottrae gli stessi oggetti dall’oblio per reinserirli nel flusso del tempo umano; dall’altra la conseguenza di questo processo scaturisce in un’analisi profonda del rapporto dell’uomo con il tempo, nella sua dimensione personale e collettiva (la memoria e la storia), fino a risalire all’essenza primordiale – all’inizio, all’incipit – dell’opera d’arte stessa. 

Giuseppina Napoli – Direttrice MacS:«Le figure femminili a cui Deli affida la sua prosa vengono dal passato e si portano dietro e dentro le mutilazioni e la corrosione della storia umana e la violenza dell’uomo sull’uomo. Narrano la povertà che il capitalismo globale ha creato nel nostro tempo e le conseguenze dello sfruttamento spietato del pianeta. Ci parlano della sopraffazione di una piccola parte dell’umanità sulla parte rimanente, oggi acuita dal culmine nel dramma di una pandemia senza precedenti. Con Anthropocene, la prima mostra nell’etere luminifero del MacS, le principesse di Alessio Deli con la ruggine nel cuore e le lacrime secche per l’orrore, si mettono in cammino, pellegrine senza nome e senza patria, alla ricerca della “cura”. Grazie ad Alessio Deli per il suo straordinario apporto artistico e umano alla cultura internazionale».   

Adriano Pricoco curatore della mostra, docente dell’Accademia di Belle Arti di Catania: «L’opera di Alessio Deli che accresce la già notevole collezione del MacS, è come un ponte fra la storia (il passato) e il presente (contemporaneo); un ponte fra un presente insostenibile e un futuro sostenibile. La solennizzazione di un’entità sensibile o sovrasensibile, non scandisce il trionfo dell’artificiale (come fosse un feticcio) sebbene finisca per affermarsi come una universalità astratta, prescinde da qualsiasi legame con una forma determinata e si riappropria di una dimensione immaginifica, che quasi debitrice ad un contesto onirico, crea quel ponte che sublima (o forse istintivamente produce) un processo catartico».   

Daniele Raneri – curatore della mostra, Storico dell’arte: «La Bellezza muliebre delle sculture di Deli, sebbene inficiata dalla natura terrena o dai rivolgimenti sociali, rimane imperturbata per giungere alla contemplazione. Eterea e intrisa di malinconia può trascendere il finito per giungere a un livello superiore che non è rintracciabile nel mondo delle cose e che va al di là del tempo e dello spazio terreno. Veramente in queste opere si coglie il più alto valore della Scultura quando questa si pone l’obiettivo di nobilitare l’esistenza e perseguire l’aumento del livello di consapevolezza dell’umanità. Ogni essere umano (e la società nel suo insieme) dovrà prepararsi e ristrutturarsi, se vuole evitare di stagnare nell’inarrestabile cammino involutivo. Quale modo migliore si può intraprendere se non il riscoprimento delle forme femminili di spiritualità, delle immagini dimenticate dalla nostra società patriarcale che vanno recuperate».   

Attesissimo Deli che, come ha dichiarato Vittorio Sgarbi, «ha nostalgia di un mondo perduto, e non vorrebbe il presente cui è costretto, che, riportiamo anche le osservazioni di Lorenzo Canova, «crea cicli suggestivi di sculture che compongono una sorta di denso ed elegante racconto figurativo. (…) figure che si collocano (…) come sacerdotesse ieratiche, vergini custodi di riti e di culti perduti, vestali che nella loro solennità ci pongono di fronte a enigmi inquietanti, portatrici di messaggi superiori destinati a essere interpretati come segni di misteri ultraterreni. La capacità del giovane artista, infatti, non è solo quella di lavorare con il ready-made in senso installativo, ma anche di creare un’armonia tra il polimaterismo e la sua capacità di modellare e comporre le anatomie e i volti, con una qualità formale da scultore antico che nella sua leggerezza si redime da ogni possibile accademismo evidenziando invece una finissima intensità di immaginazione e realizzazione iconica.»

Redazione l’Alba

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