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“Il Lago dei Cigni” di Čajkovskij al Teatro Massimo “Bellini” di Catania

Mer, Gen 31, 2024

Spettacolo

IL PUBBLICO APPLAUDE CALOROSAMENTE

L’opera tanto suggestiva, romanticamente caratterizzata dal chiaro di luna, trae ispirazione da favole d’amore crudele. Il coreografo Aleksej  Fadeechev reinventa in particolare il finale ubbidiente però alla musica del grande compositore russo.

di Nella Fragalà

Il Lago dei Cigni, Il balletto-capolavoro di Pëtr Il’ič Čajkovski, è ritornato, dal 24 al 28 gennaio 2024, sul palcoscenico del Teatro Massimo Bellini di Catania, magistralmente interpretato dal corpo di ballo del Teatro di Stato di Tblisi (Georgia-Russia) sotto la direzione di Nina Ananiashvili e dell’armoniosa bacchetta di Papana Gvaberidze che guida l’orchestra del Teatro Bellini. Lo State Ballet della Georgia è reduce di numerose tournèe internazionali.

Quest’opera tanto suggestiva, romanticamente caratterizzata dal chiaro di luna, trae ispirazione da favole d’amore crudele. Il coreografo Aleksej Fadeechev la reinventa, in particolare nel finale, ubbidiente però alla musica del grande compositore russo che si era servito del libretto di Vladimir Begichev e Vasil Heltzer.


Nino (Odette/Odile) e Daler Zaparov (Sigfried)

Capolavoro del balletto internazionale, l’eccellente opera del maestro Čajkovskij è una perfetta composizione, dove la brutta favola dei due amanti Siegfried ed Odette si capovolge in lieto fine. E’ il trionfo dell’amore, che stavolta, a buon diritto può richiamare Cechov, autore de Il Canto del Cigno (1887), cui il balletto si ispira, che aveva dichiarato: “favole d’amore in cui si crede nella giovinezza”.

La trama del balletto è stata ricavata da diverse fiabe popolari russe e tedesche. La misteriosa vicenda si svolge in Germania e narra la triste e tormentata storia d’amore tra il principe Siegfried e la graziosa principessa Odette, trasformata in cigno dal diabolico mago Rothbart.

A buona ragione, possiamo dire, concordando con una nota teatrale, che «Il Lago dei Cigni ha raggiunto un prestigio senza tempo, alimentato dall’ispirata musica di Čajkovskij e dalla creativa ed espressiva coreografia di Marius Petipa». L’eccellente composizione del divino maestro è dovuta alla sua dote innata di esprimere il suo mondo interiore in sensazioni musicali intense ed emozionanti.

Un vero maestro il coreografo nel mettere il corpo umano in relazione con i movimenti del cigno.

E’ un balletto d’insieme, in cui i protagonisti hanno spiccato in particolar modo. Daler Zaparov (Sigfried) è stato atletico e acrobatico, un po’ come il nostro Roberto Bolle, Nino Samadashvili (Odette/Odile) sempre agile e molto aggraziata sia nelle figure che nelle figurazioni.

Altri interpreti, tutti celebri stelle del Balletto di Stato della Georgia, che si sono alternate nelle diverse recite: Laura Fernandez/ Maria Kochetkova (Odette/Odile); Filippo Montanari/Efe Burak (Siegfried); Marcelo Soares/Sungwook Jung  (Rothbart).

Le scenografie sono di Vjaceslav Okunev, i costumi di Steen Bjarke.  

Nella Fragalà

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