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“Reddito di Libertà” per le donne vittime di abusi

Sab, Nov 13, 2021

Spettacolo

PRIMO ED IMPORTANTE SEGNALE

La Regione Siciliana dovrebbe incrementare e sviluppare politiche attive del lavoro a favore delle donne per sanare il vulnus del tasso di disoccupazione femminile che nell’Isola raggiunge livelli superiori rispetto a gran parte d’Italia e degli altri stati dell’Unione Europea.

di Concetta Raia (segreterìa regionale Spi-Cgil; responsabile Coordinamento “Donne”)

Il contrasto alla violenza di genere si arricchisce di un ulteriore provvedimento a sostegno delle donne. Trattasi del “Reddito di Libertà”, stimato in 400 euro per un massimo di dodici mesi per le donne vittime di abusi, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali. 

La misura risulta essere quantomai inclusiva, in quanto è destinata non solo alle cittadine italiane o comunitarie, ma anche a chi gode del diritto di soggiorno o diritto di soggiorno permanente, oppure è cittadina di uno Stato non appartenente all’Unione europea ma in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o di una delle carte di soggiorno per familiari extracomunitari di cittadini dell’Unione europea. 

Concetta Raia e Giovanni Villari

La ratio del contributo è rinvenibile nella necessità di fornire un sostegno economico per far sì che chi è vittima di violenze possa gradualmente avviarsi verso l’emancipazione e l’indipendenza, sormontando dunque una condizione di vulnerabilità e spesso anche di povertà che rende il più delle volte complicato affrancarsi completamente dal carnefice di turno.

E’ un messaggio forte affinché sempre più donne possano ribellarsi alle ingiustizie patite, confidando nelle istituzioni e compiendo un percorso di supporto con i centri antiviolenza dislocati nei territori per riappropriarsi della propria libertà e del conseguente diritto all’autodeterminazione.

Entrando nel merito della dotazione finanziaria, le risorse destinate alla Sicilia (300mila euro) sono un primo importante segnale. Tuttavia la Regione Siciliana dovrebbe incrementarle, sviluppando parallelamente politiche attive del lavoro a favore delle donne, per sanare il vulnus del tasso di disoccupazione femminile che nella nostra regione raggiunge livelli superiori rispetto a gran parte d’Italia e degli altri stati dell’Unione Europea. Il PNRR è, dunque, lo strumento adeguato per realizzare quanto detto. A fronte, chiaramente, di un’adeguata programmazione che possa affontare i fattori di criticità che acuiscono la sperequazione di genere nella partecipazione al mercato del lavoro.

Redazione l’Alba

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