“Suoni perduti”, spettacolo prodotto da Moto Mimetico
Vendicari e la sua natura fra suoni primordiali ed emozioni remote
Nasce da una suggestione lo spettacolo prodotto dalla compagnia MotoMimetico di Emma Scialfa dal titolo Suoni perduti – cicli di un gesto,andato in scena al Teatro Brancati il 26 e 27 marzo 2014, con il quale lo spettatore si immerge totalmente in un’altra dimensione fatta di vento tra gli alberi, del cinguettio degli uccelli, dello sciabordio dell’acqua, della pietra dura e del silenzio della Riserva di Vendicari. La coreografa e danzatrice Melissa Gramaglia ha dato vita ad uno spettacolo dove si coniugano musiche, immagini e teatro-danza. Un’idea semplice ma allo stesso tempo complessa, che mette al centro di tutto il suono primordiale sviluppandolo nelle varie declinazioni e scatenando emozioni remote, quasi fin troppo lontane nel tempo, ma verso le quali si protende. Il rumore dell’acqua che lentamente e con inesorabile persistenza batte su una superficie metallica ci accoglie entrando in sala e proviene da alcune flebo messe sul lato destro del palcoscenico che fungono da scenografia. E’ sempre di più, un crescendo, quando entra in scena Melissa Gramaglia con tutta la sua forza ed impetuosità, in un lavoro creato insieme ai musicisti Giorgio Rizzo e Marco Corbino e all’intensa vocalità di Francesca Incudine, sul ritmo e il respiro. Come ci dice Giorgio Rizzo eccellente percussionista: “Marco ed io abbiamo cercato di riprodurre la memoria sonora dei luoghi che Melissa racconta con i suoi movimenti, la tonnara e la riserva di Vendicari, mentre Francesca ha sviluppato la tematica attraverso i suoni nostri, quelli tipici della Sicilia”.
I brani eseguiti sono carichi di sicilianitudine e di tradizione eppure la Gramaglia afferma che “rielaborare il linguaggio gestuale come quello musicale in questi luoghi, ormai in disuso ma così impregnati di un loro vissuto, ha come scopo quello di dare loro una funzione nuova e un uso diverso, appunto nuovi cicli”. Alla base di questo genere di teatro, fatto di commistioni, c’è di certo la voglia di sperimentare, prerogativa di MotoMimetico, e inoltre ognuna delle tre dimensioni esplode con grande potenza. L’ambizione è quella di creare una realtà nella quale sbalzare lo spettatore che ne rimane completamente assorbito. Questa capacità di mescolare musiche tradizionali, molto ben eseguite, e danza contemporanea, è la chiave di volta di tutto l’intera performance che risulta essere assai convincente.
Laura Cavallaro
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Ven, Mag 16, 2014
Spettacolo