“Lunaria” di Vincenzo Consolo in scena a Taormina
Lun, Ott 8, 2012
L’amletica storia di un uomo in lamentazioni liriche e significati metaforici
Mi colpisce un calice d’acqua. Bianco, limpido, trasparente.
Regge a mo’ di fermo una delle tende di plastica che fungono da sipario, alle quali sono attaccate dei piccolissimi campanellini .
Un leggero movimento basta per diffondere in sala un tintinnio dolce e sognante.
Si apre così il 28 settembre Lunaria, prima nazionale di Vincenzo Consolo con adattamento teatrale e regia di Roberta Torre, prodotta da Tao Arte, in collaborazione con Palermo Teatro Festival e Scena aperta, e rappresentata al Palazzo dei Congressi di Taormina. Protagonisti Franco Scaldati, Ersilia Severino, Rocco Castrocielo e Melino Imparato. Canzoni composte ed eseguite dal vivo da Etta Scollo, accompagnata dai musicisti: Fabio Tricomi (strumenti tradizionali e antichi) e Daniela Santamaura (violoncello)
Emerge imponente sulla scena, quasi uscito da un cosmico cratere bianco, il protagonista Franco Scaldati un viceré malinconico e misantropo, afflitto dall’esuberanza della moglie così come dalla grande quantità di parenti e cortigiani, costretto a vivere in una città solare e violenta di cui è l’unico a vedere la reale decadenza, obbligato a rappresentare un potere in cui non crede. Questo personaggio lunatico una notte sogna la caduta della luna. E la luna cade davvero, in una contrada del vicereame, gettando scompiglio tra i contadini ma ancor più tra gli accademici chiamati a spiegare il prodigio con la loro povera scienza.
Si dipana così l’amletica storia di quest’uomo che attraverso uno stile recitativo sui generis,forte di lamentazioni liriche e significati metaforici ci accompagna in questo eterno domandarsi.
«Madre, sorella, sposa [la luna] guida la notte» ma è l’invocazione salvifica del Consolo/Scaldati a liberarci da un insignificante potere terreno rappresentato da scettri e corone pendenti sulla sua e sulla nostra testa.
«Parlami, insegnamila Via» «Luna lucina possente divina» «Orologeria possente dell’Universo» con l’occhio rivolto «alla porta del cielo», tentativo disperato della ricerca umana colma spesso di questo oppiaceo dolore.
Come dice la regista «Lunaria è una fiaba nera, frammentaria come il flusso inconscio della luna ed è per questo che ho scelto di farne una specie di “operina barocca” immaginifica. Sempre accompagnata dalla musica e pensata per esaltare ciò che mi piace di più di Consolo, la sua continua ricerca linguistica». Straordinariamente incisiva, infatti, la componente musicale rappresentata dalla voce incantevole di Etta Scollo autrice delle canzoni scritte appositamente per Consolo. Vibrante di un lirismo spudoratamente siciliano,la Scolloci accompagna in una dimensione senza tempo a metà tra il letargo e la struggenza del sogno. «Saturnina èla Luna» e anche il suo canto.
«Ma vero re è il Sole, tiranno indifferente che non vede».
Spazio poetico, allora, rimane la luna, rifugio infinito dell’immaginario, onirica proiezione dei desideri d’amore.
Carezza sul bordo del bicchiere d’acqua come carezza sulle labbra dell’amato. «Nostalgia sincera»
Luisa Spampinato
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Mai stato a Taormina.