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I soldi al vento della città della scienza catanese

Dom, Mar 3, 2013

Informazione

Costata 10 milioni di euro dei fondi Pon-ricerca Unione Europea, è chiusa dal 2008

Appello dell’on. Berretta alla Regione Siciliana e al nuovo Rettore dell’Università di Catania, Giacomo Pignataro, per difendere un luogo che sarebbe dovuto essere il Sacro Tempio della Cultura e del Turismo

 Catania ha un lungo elenco di strutture e beni storico culturali in genere che avrebbero potuto portare ricchezza e splendore alla città etnea e che invece sono abbandonati a se stessi esprimendo un degrado triste e desolante. Gli esempi sono tanti: dal Castello Ursino ai Parchi Archeologici, dai musei “Belliniano” e “Greco” a quello del Mare, da Casa Verga alla Città della Scienza e via continuando… Uno spreco di finanza pubblica quindi enorme!

L’ultima in elenco faceva parte di una delle 15 iniziative inserite nel progetto Catania-Lecce, piano per lo sviluppo di tecnologie informatico-telematiche per l’organizzazione di strutture avanzate per il recupero, la riqualificazione e valorizzazione dei patrimoni storicoculturali e scientifico-naturali delle Università di Catania e Lecce. Il progetto ha portato alla città siciliana 33 milioni di euro.

Dopo una perlustrazione in questa incompiuta, così si esprime il deputato catanese Giuseppe Berretta: «Un edificio dalle grandi vetrate e davanti all’ingresso tre cassonetti per la raccolta rifiuti, in via Simeto all’angolo con viale Libertà. E’ questo lo stato in cui versa La Città della Scienza. Quell’edificio nascosto dai cassonetti potrebbe essere la porta d’ingresso per il futuro di Catania, luogo d’accesso per una città tutta nuova e da riscrivere in una zona che può essere volano di sviluppo: il quartiere tra corso Martiri della Libertà e viale Africa, tra le ciminiere e i caseggiati industriali che possono vivere nuova vita. E invece no, quella struttura in via Simeto resta così, abbandonata, ennesimo simbolo dello spreco di risorse pubbliche e rappresentazione plastica del posto in cui viene relegata la cultura nella nostra città: dentro ad un cassonetto».

Quest’opera, ancora chiusa ed inaccessibile, poteva invece essere, come puntualizza il deputato del Pd, «un Museo universitario della Scienza, l’unico da Napoli in giù, per ospitare isole tematiche su fisica, biologia, robotica, astrofisica e molti spazi interattivi, un luogo di apprendimento e di svago finalizzato alla promozione della scienza, un luogo di cultura e di turismo; un museo realizzato con soldi di noi tutti, per l’esattezza con i fondi Pon Ricerca dell’Unione Europea 1994-1999, e poi 2000-2006». Per come prosegue Berretta «nelle originarie intenzioni sarebbe dovuta nascere un vero e proprio Science Centre come ce ne sono già nelle grandi capitali d’Europa, aperto a studenti, ricercatori, cittadini e turisti. Un assaggio di queste meraviglie, compresi giochi interattivi per i più piccoli, c’era stato nel 2008, con la mostra Start su scienza, tecnologia e arte».

Apprendiamo poi che per la Città della Scienza, costruita tra 2006 e 2008, «sono stati spesi circa dieci milioni di euro ma la struttura è rimasta chiusa fino al marzo del 2012. Oggi è aperta a singhiozzi dalla Fondazione universitaria Cutgana, responsabile della gestione dal febbraio 2012. Numerose le inaugurazioni, la prima con l’assessore Zichichi, numerosi convegni, ma il suo vero scopo era quello di essere la punta di diamante del polo museale universitario di Catania».

Berretta non si spiega la ragione della chiusura della Città della Scienza perché i fondi ci sono; per cui si tratta di incapacità di buon governo di tutta la Città. Unico risultato quindi, per il deputato,  «un proliferare, negli anni passati, di molti progetti che hanno portato pochi se non nessun beneficio a Catania e che soprattutto non sono stati quei moltiplicatori di reddito che qualsiasi investimento nella cultura dovrebbe assolutamente portare con sé». E conclude: «Noi siamo convinti invece che la cultura sia motore di sviluppo economico e sociale e per questo sarà mio dovere portare all’attenzione della Regione questa vicenda. Sono certo inoltre che il nuovo Rettore dell’Università catanese, prof. Giacomo Pignataro, saprà affrontare questo grande tema trasformando questa ennesima incompiuta in una grande occasione di sviluppo. Io sarò al suo fianco».

Mary Virgilio

 

Redazione l’Alba

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