Il ricordo come ragione di vita!
Parliamo tanto dei problemi della Sicilia ma ignoriamo ciò che ci sta attorno
Il ricordo di ciò che è nobile e scende come valore nella società deve essere perpetuo, continuo e costante. Deve essere un impegno, una missione un vessillo da innalzare e difendere in ogni dove, perfino nelle disperse contrade.
Il ricordo non può bagnarsi di ipocrisia, non può ridursi ad una sviolinata nei social. Parliamo tanto dei problemi e delle piaghe della nostra cara Sicilia, e poi di fatto ignoriamo ciò che ci sta attorno senza sforzarci di capire. Forse per paura, forse per semplice disinteresse. Le battaglie dei pochi sono le battaglie di tutti. E non esiste ideologia che tenga; non esiste diversivo per sviare. Io non voglio elencare i nomi della scorta in questo giorno di particolare e dovuta memoria: Capaci l’abbiamo di fronte. Voglio semplicemente che la nostra generazione prenda nelle mani il proprio destino; che si spezzino le catene dell’omertà nascoste nei vicoli, nella maldicenza che diventa spesso l’unica forma di vissuto sociale. Non si può essere cultori dell’antimafia da passerella altrimenti si è teatranti della politica. E non siamo neanche alla ricerca di streghe da mettere al rogo; partiamo semplicemente dalla convinzione che per lenire il male che ci circonda, bisogna scavare, farsi carico delle responsabilità collettive. Tutti, nessuno escluso. Il rischio è che da incudine si diventi anche martello; basta volerlo, basta sentirlo e spogliarsi dell’ignavia. Io ricordo, ho rispetto della morte, ma preferisco scrivere di chi, di quel ricordo, ne ha fatto ragione di vita.
Giovanni Frazzetto
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Sab, Mag 23, 2015
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