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Bif&st: una poderosa macchina culturale

Ven, Apr 5, 2013

Eventi, Spettacolo

Giuseppe Tornatore

Innovativa ed inedita l’edizione 2013 dell’International Film Festival  di Bari

«Festival, è espressione fortemente riduttiva nel caso dell’evento al quale abbiamo assistito». Parole del direttore artistico e del presidente del Bif&st (International Film Festival) di Bari. Due nomi che non lasciano indifferenti e non hanno bisogno di essere presentati con tante parole, perché entrambi conosciuti al grande pubblico, rispettivamente Felice Laudadio (che per parecchi anni lo abbiamo legato al Festival di Taormina) ed Ettore Scola.                  

«Quello che abbiamo inteso costruire è in realtà una poderosa macchina culturale, meglio ancora una formidabile “festa della cultura” che si presenta come una matrioska, un festival via l’altro dentro, un unicum che, con una formula fortemente innovativa e inedita, spazia dal cinema al teatro, alla musica, alla letteratura, alla poesia, alla televisione, ai tesori delle cineteche, alla psicoanalisi, al disegno, alla storia, alla memoria, alla formazione professionale, agli incontri e ai confronti e talora agli scontri, sempre alla scoperta di linguaggi espressivi e artistici nuovi e ancora incontaminati».

Si dichiara soddisfatto Laudadio su come il festival è andato, perché, nonostante il budget di un milione di euro, modesto per un’edizione stellare, non sono mancate presenze di forte richiamo nazionale ed europeo. Tra i nomi: Margarethe Von Trotta, Abbas Kiarostami, Stephen Frears, Bertrand Tavernier, Barbara Sukowa, Laura Morante, Marco Bellocchio, Dante Ferretti, Domenico Procacci, Sergio Rubini, Roberto Herlitzka, Riccardo Scamarcio, Giuseppe Tornatore, Luigi Lo Cascio e tante altre rispettabili presenze

Il film di Tornatore, La migliore offerta, si è aggiudicato il Premio “Dante Ferretti” per il miglior scenografo, un riconoscimento per Maurizio Sabatini. Il Premio “Mario Monicelli” per il regista del miglior film è invece andato a Marco Bellocchio per il suo Bella addormentata. Aveva provocato tante polemiche e contestazioni alla Mostra di Venezia l’anno scorso, ma a torto perché il film, col tempo è stato apprezzato e posto al di sopra delle sterili critiche; al film di Bellocchio è andato anche il premio “Roberto Perpignani” per il miglior montatore, guadagnato da Francesca Calvelli. Carlo Crivelli invece, che ha lavorato per la colonna sonora, ha avuto il Premio “Ennio Morricone” per il migliore compositore delle musiche. Il Premio “Anna Magnani” per la migliore attrice protagonista è andato a Sara Podda e Maya Mulas perBellasmariposas di Salvatore Mareu. Allo stesso film è stato assegnato anche il Premio per la migliore sceneggiatura e il miglior direttore della fotografia. Il Premio “Vittorio Gassman” per il miglior attore protagonista è andato al torinese Roberto Herlitzka, più che meritevole come attore teatrale e cinematografico per la sua interpretazione nel film di Giuseppe Piccioni Il rosso e il Blu che racconta in modo realistico la scuola italiana di oggi.

Anche perché vivo in Sicilia, ormai da lunghi anni, mi piace riportare Tornatore che dice: «In ogni falso si nasconde qualcosa di vero» per dare la chiave per capire il suo nuovo film. E sostiene: «Il mistero della relazione tra il protagonista e le persone che lo frequentano, ognuno può interpretarlo a suo piacimento. Ogni spettatore può inventare il suo finale; dipende se è pessimista o ottimista nella vita reale». Il film è un’insolita storia d’amore venata da mistero e raccontata sotto la forma di un thriller; una storia molto diversa dal suo solito stile con il quale il grande pubblico lo conosce. I suoi lavori sono tutti validi e bellissimi, ma con un tocco rétro e “nazionale”, invece La migliore offerta è un film in piena regola internazionale che ne fa un eccellente capolavoro, anche per il brillante cast: Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Donald Sutherland e l’attrice olandese Sylvia Hoeks.

 Al Bif&st anche un altro siciliano doc: Luigi Lo Cascio con la sua Città ideale per raccontare una storia assurda. Alcuni hanno detto che Lo Cascio ha voluto fare un film autocelebrativo, perché dentro c’è tutta la sua famiglia: la madre, la moglie, lo zio… E’ un film-esordio di un attore mitico, dietro la macchina da presa, che ha debuttato alla Mostra di Venezia l’anno scorso. Il film ha mostrato non solo una cosa già indiscussa: un attore brillante, ma ha svelato anche le sue notevoli doti di sceneggiatore e regista. Alle domande sul perché di questa nuova via, Luigi Lo Cascio chiarisce che la fase successiva, e anche più naturale, è scrivere e dirigere un film. «Tutti abbiamo una storia da raccontare – ha detto – e tutti crediamo che possiamo farlo bene. Il nostro è un cinema ricco, perché abbiamo tutti radici diverse e partiamo da punti di vista diversi». E poi: «Ho voluto raccontare un uomo in difficoltà, un momento particolare, quando la vita sprofonda, cade a pezzi, quando le certezze di ogni giorno non reggono più. Arriva un momento, quando la nostra realtà non basta più e bisogna reinventarla. Allora bisogna rifondare le certezze e ricostruire un’identità più morbida, più fluida che ci possa aiutare in un momento particolare».

Silvia Ivanova

 

Redazione l’Alba

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