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La festa al femminile di Sant’Agata

Lun, Gen 26, 2015

Cultura&Società

La devozione si esprime tutto l’anno con il volontariato e la catechesi

Con il “sacco” verde o bianco sono sempre di più le devote di Sant’Agata che prendono parte alla festa della santa Patrona di Catania, una volta assoluto privilegio maschile.

Ma ormai da molti anni le pari opportunità sono entrate nella festa, grazie anche all’impegno di associazioni laiche femminili.

Il Circolo Femminile Sant’Agata, la cui presidente è la dott.ssa Mariella Aurite (chirurgo d’urgenza all’ospedale Vittorio Emanuele di Catania), nato circa venticinque anni fa con monsignor Lucio Rapicavoli, ne è l’espressione più efficace.

Oggi sono oltre trecento le socie del circolo tra cui anche molte bambine, iscritte alla nascita dai genitori devoti.

La devozione e l’impegno delle socie non è circoscritto ai festeggiamenti agatini ma si esprime tutto l’anno, con azioni di volontariato e catechesi.

Il Circolo Femminile Sant’Agata ha, tra l’altro, un primato: è l’unica associazione cattolica a festeggiare l’otto marzo in maniera religiosa, organizzando in occasione della “Giornata Internazionale della Donna” conferenze dedicate all’universo femminile e al suo rapporto con la spiritualità. La giornata si conclude con un omaggio floreale a Sant’Agata, come simbolo di tutte le donne martiri.

E di questi tempi sappiamo bene quante donne e bambine sono vittime di “martirii moderni”: il femminicidio, la discriminazione di genere sin dalla più tenera età, l’abuso sessuale…

Anche in altre parti del mondo le donne sono protagoniste della devozione agatina: in Spagna, a Zamora, esiste una confraternita tutta femminile dedicata a Sant’Agata e proprio in occasione della Sua festa le donne celebrano la “Giornata Internazionale della Donna”, comunemente chiamata “Festa della donna” e quel giorno la priora della confraternita diventa sindaco della città.

Una santa moderna, dunque, che si presta anche a una lettura laica del coinvolgimento delle donne nei festeggiamenti in onore della Patrona di Catania, come ci ricorda lo studioso e giornalista Antonino Blandini, (Sicilia in Rosa – Febbraio 2014): «C’è stato un tempo in cui le donne che partecipavano ai festeggiamenti in onore di Sant’Agata a Catania erano numerosissime. Un’usanza di cui scrive anche Giovanni Verga. Dopo il terremoto del 1693 e fino alla fine dell’Ottocento le donne partecipavano alla festa velate; erano le cosidette ‘ntuppatedde, coperte da un manto che lasciava scoperti solo gli occhi. Da lì, nel Novecento, sarebbe nata una maschera di Carnevale chiamata domino

Le ‘ntuppatedde, erano, dunque, donne travestite che scendevano in strada, in incognito, mischiandosi alla folla nel giorno delle processioni.«Non potevano trainare il fercolo, né vestirsi di bianco. E non potevano entrare nelle chiese agatine. Ma così travestite, irriconoscibili, si facevano audaci, stuzzicavano gli uomini, ai quali chiedevano “cortesie”, erano molto sensibili alle galanterie.»

Un’altra tradizione, questa religiosa, che riguarda il rapporto delle donne catanesi con Sant’Aituzza si sviluppò nei primi anni del Novecento per durare alcuni decenni, come ci ricorda, ancora, il Blandini: «La mattina del 4 febbraio le nostre donne uscivano di casa scalze e si recavano in cattedrale per la Messa dell’Aurora. Era la prima accoglienza della Santa, a cui rivolgevano questa preghiera in dialetto: Sant’Aita che è la prima virginedda/ lappi li martiri picciridda/Quannu nesci da so cammaredda/Straluci comu na lucenti stidda.

Poi si scioglievano i capelli, un’usanza antichissima, in segno di penitenza, perché il giro del 4 febbraio, vigilia della festa vera e propria, per secoli è stato penitenziale. Da cui viene la scurzitta nera indossata dagli uomini, che rappresenta le ceneri sul capo.»

Ieri come oggi, dunque, le donne sono sempre state protagoniste della devozione a Sant’Agata, a picciridda che morì a 15 anni, il 5 febbraio del 251, per sostenere la sua fede di cristiana e la libertà di poterla praticare.

Cittadine…Tutte devote tutte…Viva Sant’Agata!!!

Agata Rizzo

Con la stessa firma, leggi su questo stesso sito: Catania festeggia la sua Santa Patrona

Agata Rizzo

Insegnante di scuola dell’infanzia nel IV Circolo Didattico “Michelangelo Virgillito” di Paternò, II Collaboratore del Dirigente Scolastico e Responsabile della Scuola dell’infanzia.
Referente del progetto Pari Opportunità “Bambine e bambini, uguali…ma diversi”, da 10 anni coordina il giornalino scolastico “La Gazzetta RosAzzurra” sul tema delle pari opportunità e della genitorialità, diretto alle famiglie degli alunni. Negli anni ha collaborato con riviste del panorama pedagogico nazionale quali “Scuola Materna”-Ed. LA SCUOLA- e “Infanzia”-Alberto Perdisa Editore.
Nel 2006 è risultata II finalista con il progetto sulle Pari Opportunità “Bambine e bambini, uguali…ma diversi” al I Premio “Piccolo Plauto”, edito dalla Rivista Infanzia e dall’Università di Scienze dell’Educazione di Bologna.

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  1. Catania festeggia la sua Santa Patrona | Periodico l'Alba - 26 Gennaio 2015

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