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A settembre, “Walesa” di Wajda in anteprima a Danzica

Lun, Feb 20, 2012

Cultura&Società, Spettacolo

Maria Rosaria Omaggio, unica e prima straniera in un film polacco

L’attrice romana interpreta Oriana Fallaci in un’intervista del 1981 a Lech Walesa che resterà senz’altro nella storia un documento prezioso del giornalismo mondiale

Il prossimo settembre, a Danzica, verrà presentato in anteprima mondiale Walesa, ultimo capolavoro del grande regista polacco Andrzej Wajda. L’occasione la darà il novantanovesimo compleanno di Lech Walesa, il leader di “Solidarnosc” che, da oscuro elettricista dei cantieri Lenin di Danzica, diventerà Presidente della Polonia (1990/1995). A ottobre poi il film sarà nelle sale polacche.

Wajda, nel lungometraggio, rievoca la vita del sindacalista: dagli anni Settanta fino a quelli della sua presidenza; vi ripercorre le lotte sindacali e quindi gli scioperi del 1976, che determinarono l’arresto di Walesa, e la rivolta dell’agosto 1980, la quale fece nascere il primo libero sindacato: Solidarnosc che rivendicò (conquistandoseli poi) il diritto assembleare e quello di sciopero, fondamentali nella scala dei diritti umani.

Ma la lotta non fu facile nonostante il fermo aiuto di papa Wojtila che sostenne il nuovo sindacato polacco con la sua autorevole voce nel mondo cattolico e oltre. Le sequenze scorrono i giorni della lotta sindacale dai cantieri Lenin alle elezioni del giugno 1989 che, con la trionfale affermazione di Solidarnosc, aprirono una breccia democratica nei paesi del “Patto di Varsavia”, i quali ebbero poi, nel novembre dell’Ottantanove, a simbolo di gloria imperitura l’abbattimento del muro di Berlino e quindi la dissoluzione del “Patto”.

Fra altre immagini salienti, come l’arresto di Walesa e l’invasione dei carri armati sovietici, ha un suo ritaglio particolare l’incontro fra Oriana Fallaci e Lech Walesa nel 1981. Fu un incontro che lasciò un segno forte nella storia per la lettura profetica della giornalista del Corsera. La Fallaci infatti, come si legge nel suo libro Intervista con il potere, aveva vaticinato l’invasione sovietica e il ritorno alla dittatura con la legge marziale del 13 dicembre 1981. E vi si legge che, all’inizio, l’intesa fra i due non era stata facile: «Lei ha uno stile autoritario, e siccome ce l’ho anche io, c’è un problema. Trovare un modus vivendi, facciamo un patto, d’ora in poi sarò gentile con lei, lei lo sarà con me. Sennò ci si sbrana, va bene?» disse Oriana a Lech.

Per raccontare questi anni di lotta e di svolta della Polonia, Wajda si è servito di due ottimi collaboratori, entrambi polacchi e testimoni anche oculari delle lotte di casa: lo sceneggiatore Janusz Glowacki, artista di poliedrica inventiva, e il leggendario direttore di fotografia Pawel Edelman.

Il regista ha voluto, anche per l’evidente rassomiglianza, nel ruolo di Walesa l’attore polacco Robert Wieckiewicz, mentre in quello della moglie del sindacalista l’attrice Agnieszka Grochowska, anch’essa polacca.

In tutto questo virtuoso Made in Poland c’è però un nome alto del teatro italiano: Maria Rosaria Omaggio nelle vesti di Oriana Fallaci.

Straordinaria è anche la rassomiglianza dell’attrice romana con la scrittrice fiorentina. E’ stata proprio la somiglianza, sfogliando internet-casting, a far ragionare Wajda sulla scelta che inizialmente prediligeva Monica Bellucci nel ruolo della Fallaci. Della Omaggio il regista aveva anche ammirato la sua dizione decisa e suggestiva. Poi, ogni suo passo, compiacente il caso che ha mille occhi, si diresse verso Maria Rosaria.

E la scelta ha gratificato non poco l’artista romana che s’era vista soffiare, nella sua Italia!, il ruolo dell’autrice di Insciallah in una fiction televisiva, dopo averne attivato il progetto, nato da anni di sudati studi. RAI Uno, infatti, affiderà la fiction alla Fandango di Procacci che andrà su altre direzioni di scelta (1).

Parafrasando una dichiarazione di Maria Rosaria Omaggio, si tratta ora di una “sfida” lanciata dalla stessa che senz’altro raccoglierà consensi ed onori quando la vedremo, nelle sale cinematografiche italiane, gestire, con piglio spiccicato, i 14 minuti dell’intervista di Oriana Fallaci a Walesa, il più umile dei grandi protagonisti della storia mondiale dell’ ultimo quarto del secolo passato.

(1)   Chiacchierata con Maria Rosaria Omaggio di Pino Pesce, l’Alba, settembre/ottobre 2011

 

Intervista a Maria Rosaria Omaggio

 

E così, finalmente, dopo anni che studia la Fallaci, nel modo di parlare e nei gesti, anche minimi, è riuscita a guadagnarsi il ruolo del suo personaggio nel film Walesa di Andrzej Wajda.

«Ne sono molto felice e la direzione di Wajda è stata un’esperienza entusiasmante. Come solo i grandi sanno essere è un uomo speciale, determinato e sensibile. »

Si era molto parlato di lei come l’attrice ideale per un progetto di fiction italiana sulla figura della rinomata giornalista fiorentina, ma poi?… Ora, senza aspettarselo, la interpreta in un film straniero e con un regista premio Oscar!

«Il progetto della fiction è ancora in cantiere e davvero mi riesce difficile, ora che ho toccato da vicino la fama e il prestigio che Oriana Fallaci gode nel mondo intero, comprendere come mai noi italiani non sappiamo onorare e – perché no? – sfruttare per primi le storie dei nostri grandi connazionali. Credo che anche questo atteggiamento sia alla base della crisi del Paese. La memoria della nostra magnifica cultura è un bene prezioso e persino motore di economia per l’Italia nel mondo.»

Ma ritorniamo a Wajda: come arrivò alla sua scelta?

«Mi ha scelta cercando, con la sua storica casting Ewa, l’interprete adatta su internet.  Desiderava che fosse italiana, per raccontare esattamente il fatto storico. Inoltre, visto che il caso non esiste, avevo conosciuto durante il Festival del cinema di RomaAlessandro Leone, un produttore italiano che vive e lavora a Varsavia. Ero con l’amico costumista Massimo Cantini Parrini, che ha curato i costumi de La battaglia di Vienna, ilfilm di Renzo Martinelli girato in Polonia e in Romania. Et voilà! Proprio ad Alessandro hanno chiesto se per caso mi conoscesse. E Massimo è venuto con me ed ha curato nei dettagli l’immagine della Fallaci, affiancando la costumista polacca. Altro caso: si chiama Cantini, come Tosca, la mamma della Fallaci.»

Ha indossato la pelliccia di visone e la spilla di cameo di Oriana; usato il registratore nero che incise la voce di Walesa, e perfino trovati le Lark rosse e l’accendino Cricket. Quali sentimenti ed emozioni ha provato?

«Devo ringraziare ancora una volta Edoardo Perazzi, nipote ed erede di Oriana Fallaci per la sua disponibilità e fiducia nei miei riguardi. Va detto però che l’emozione e la maggiore responsabilità sono dipese dal fatto che ho recitato le testuali parole della storica intervista che Oriana fece nel 1981 per il Corriere della sera e che è pubblicata nel volume Intervista col potere. Ogni dettaglio poteva aiutarmi a rispettarne la figura e a non tradirne in alcun modo il ricordo. Se è per questo ho usato persino un suo pennarello. Sarà stato lo sbalzo di temperatura da +25 in albergo a -18 fuori, ma… sul set ha ripreso a funzionare!»

Come ha trovato Robert Wieckiewicz nel ruolo del leader di “Solidarnosc”?

«Robert è un grande attore. È anche nel cast del film polacco candidato all’Oscar 2012 e lì è totalmente differente fisicamente.»

E il cast?

«Danuta, la moglie di Lech Walesa è interpretata da Agnieszka Grochowska, bella e brava. Va detto, visto che da noi è molto diverso, che in Polonia possono essere messi a contratto solo attori professionisti e ciò per loro, come in Gran Bretagna, significa con evidenti esperienze teatrali e, se giovani, col diploma dell’Accademia drammatica.»

Mi dica del mitico Pawel Edelman, direttore della fotografia in colossali film come Il pianista.

«Il suo lavoro, più delle nomination all’Oscar per Il pianista di Polansky e Katyn di Wajda, spiega meglio delle mie parole. E’ un grande professionista ed è anche  un bell’uomo!»

E Varsavia e la sua gente come le ha trovate?

«Un popolo che ha molto sofferto e che comincia a godersi i frutti di una faticosa ricostruzione, alla quale tutti hanno partecipato. Poi… le frittelle di patate col salmone… non chiedetemene il nome difficilissimo… sono deliziose. »

Quando vedremo Walesa nelle sale italiane?

«Per ora so solo che la possibile anteprima mondiale dovrebbe essere a Danzica a fine settembre, in occasione del sessantanovesimo compleanno di Walesa. Inoltre, è stato già invitato alFestival diBerlino 2013.»

 Grazie. Ad Maiora!

 

 

Già docente di Materie Letterarie negli Istituti Superiori di II grado, si occupa di iniziative che promuovono l’arte e la cultura e/o che riguardano tematiche di forte valenza sociale. Si è anche occupato della divulgazione attraverso giornali vari del folclore, della tradizione e della storia della Sicilia e in particolare di Motta, di cui (come Assessore alla Cultura pro tempore) ha realizzato il volumetto Motta Sant’Anastasia, Guida alla città (Le Nove Muse Editrice,1999).
Dal 1995 al 2000, si è attivamente impegnato nel Rione “Panzera” del paese natale (rinomato in Italia e all’Estero per il gruppo degli Sbandieratori, pluricampioni d’Italia), di cui è stato Presidente dell’Associazione Culturale dall’aprile del 1995 all’aprile del 1998.
Nel 1997 (in occasione della “Festa Grande” in onore della Patrona Anastasia) ha scritto Trapasso di Sant’Anastasia, una sacra rappresentazione negli anni riproposta anche in occasione delle “Feste Medievali”, interpretata e diretta anche da nomi nazionali. Dal 2014 si è dedicato al teatro con interessanti e coinvolgenti rielaborazioni teatrali di cui ne ha curato anche la regia che hanno riscosso un rilevante successo, come “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello e “Rosa Balistreri – A memoria di una Voce”.
Ha curato la presentazione di autori del mondo dell’Arte e della Letteratura e di video documentari a sfondo culturale e sociale, curandone il testo e la regia, che gli hanno procurato (avendoli proposti per le Scuole Medie Superiori) riconoscimenti anche dal Ministero della Pubblica Istruzione.
il professore, collaboratore di quotate riviste culturali: Biologia Culturale, diretta da Gino Raya (uno dei maggiori filosofi e letterati del Novecento, ricordato di recente dal Corriere della sera, dove Pesce veniva annoverato fra i suoi discepoli) ) e Netum, diretta da Biagio Jacono, ha negli ultimi anni, diretto La Svolta, periodico d’informazione e di cultura, e l’Alba, mensile cartaceo d’arte cultura e società, attualmente giornale on line.

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  1. Maria Rosaria Omaggio è Oriana Fallaci nel “Walesa” di Wajda | Periodico l'Alba - 1 Ottobre 2013

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